Viaggio a Capo Nord


Io amo il clima freddo, adoro passeggiare con un bel cappotto addosso, le mani in tasca e l'aria fredda che mi sferza il viso, mi fa sentire viva, frizzante, piena di voglia di fare. L'unica cosa che mi piace in estate invece ( ma devo pensarci bene, per trovare qualcosa che mi piace veramente ) sono i suoni della natura, che arrivano chiari e limpidi, gli uccellini che volano e le cicale che friniscono ( se hai la fortuna di vivere in campagna, se vivi in città...neppure questo ). Neppure il mare riesce a darmi sollievo, anzi la vita di mare mi rende nervosa e irrequieta, la depressione fatta persona. Fatta questa premessa, è chiaro che se posso sfuggire al caldo estivo lo faccio più che volentieri, quindi le mie vacanze sono spessissimo rivolte al nord, dove spero sempre di trovare temperature accettabili per un pinguino quale sono. Quest'anno, complice un anniversario importante, i miei 25 anni di matrimonio, abbiamo deciso di partire per vedere il sole a mezzanotte e una parte della Lapponia. Difficoltà nessuna, molti cambi d'aereo, paesaggi stupendi, clima perfetto per me. Il trauma è stato tornare, ma questo è un altro discorso...

Prima tappa: Oslo

La vacanza è iniziata in aeroporto a Firenze, con scalo a Francoforte e arrivo a Oslo intorno alle 5 della sera. L'albergo si trova a due passi dal fiume Akerselva ed è naturale che, appena arrivati ed esserci rinfrescati, decidiamo di dare un'occhiata alla città più Green d'Europa. Scendiamo al mercato coperto proprio sotto l'albergo e vediamo le prime cose nuove per noi, ovvero bistecche di balena, salumi e bistecche di renna, loro specialità. Per nulla invogliata alla prova ( non sono animalista, né vegana, ma l'idea di mangiare una balena o una renna non mi esalta; il mio rapporto col cibo animale è molto contraddittorio, fatto di piacere e senso di colpa, non è proprio una cosa limitata a renne e balene, ma di questo parlerò un'altra volta ) proseguo verso il fiume e l'aria fresca e verde che lo contraddistingue in questa stagione. Una delle cose che ammiro dei popoli nordici è il loro rispetto per la natura e fedeli a questa immagine, i norvegesi hanno riconvertito le vecchie fabbriche inquinanti, che si trovavano lungo il fiume, in caffetterie, gallerie, uffici e scuole d'arte, creando un luogo di ritrovo davvero interessante e ricco di vita, con pitture, sculture e murales molto particolari, locali ricchi di vita e fermento.Tutto il percorso è un polmone verde e si possono vedere persone bagnarsi nelle acque del fiume, con bimbi che giocano e cani che scorrazzano felici dentro e fuori dall'acqua.


Una scultura della scuola d'arte, sicuramente particolare...

Lasciamo il fiume e passeggiando ammiriamo il centro cittadino, con piazze, strade larghe e brulicanti di vita. la Cattedrale, la vecchia accademia militare, il museo nazionale, il teatro dell'opera, per giungere infine alla fortezza Akershus. La fortezza fu eretta nel XIII secolo da re Haakon V e sembra che abbia resistito a tutti gli assedi avvenuti nel corso dei secoli. Quello che resta a noi è un magnifico castello sul mare, con vista mozzafiato, tanto verde e mura imponenti, pieno di persone provenienti da ogni parte del mondo, che scorrazzano su è giù per le strade interne e che si fermano ad ammirare il cambio della guardia o a sorseggiare un caffè nei locali che sorgono lungo il perimetro. 

La cattedrale

Una piazza

Panorama dalla fortezza
La fortezza Akershus


Il porto

Nelle piazze troviamo anche il nostro cibo 

Facciamo ancora una passeggiata e ci fermiamo a mangiare un hambuger di salmone e un bacalao in uno dei locali del quartiere storico di Oslo, il Kvadraturen; ed è qui che scopriamo per la prima volta, quanto è cara la vita in Norvegia ( un piccolo neo ): tutto costa un terzo di più che da noi. Un Hamburger, un piatto di baccalà e 2 birre sono costate l'equivalente di 56 euro, 28 euro a testa, una bottiglietta d'acqua da 500 ml, in supermercato, costa più o meno 3, 50 euro. Fate due conti :D Comunque in un viaggio del genere metti in conto anche questo e lo accetti di buon grado, perché ne vale davvero la pena. Nel nostro viaggio a ritroso verso l'albergo continuiamo ad ammirare la città e il sole che rifiuta di tramontare, lasciandoci immersi nel giorno fino al momento di andare a dormire...con le tende pesanti ben chiuse per evitare la luce. Peccato che siamo rimasti così poco, ma torneremo per visitarla come merita.

La mattina dopo, facciamo un'abbondante colazione, ricca di cose dolci e salate, dal salmone a uova e salsicce, da dolci e dolcetti a pane burro e marmellata e siamo pronti per ripartire verso la seconda tappa del nostro viaggio verso Capo Nord:

Seconda tappa: Tromso

La città è deliziosa, piccolina ma ben strutturata e veniamo accolti da un magnifico tempo cupo e una pioggerellina leggera. La cattedrale di ghiaccio, simbolo di Tromso, situata proprio di fronte al porto e raggiungibile percorrendo il lungo ponte che vedete in foto,  rimane avvolta dalla nebbia per tutto il tempo del nostro soggiorno e noi facciamo in tempo a visitare il museo di Amundsen prima di essere immersi in una pioggia torrenziale. Però niente ci spaventa e vaghiamo per la città, dove possiamo ammirare la vecchia Cattedrale in legno, piazze e strade ampie e ricche di fiori, la biblioteca con una bellissima parete a vetri e il Municipio, con la caratteristica statua di un cane sul tetto . 
Panorama dal porto
La cattedrale di ghiaccio

Il Museo di Amundsen

La biblioteca

La cattedrale di legno


La piazza

Il Municipio

Tutto sembra calmo e silenzioso fino alle dieci della sera, quando orde di giovani e meno giovani scendono dai bus e si riversano per le strade e nei locali, rendendo questa deliziosa cittadina portuale, una meta di divertimento. Ed è qui che impariamo ad apprezzare la luce ininterrotta del sole, perché è veramente bello passeggiare e fermarsi nei locali a bere una birra, quando sai che da noi stanno dormendo ormai da un po', avvolti dal buio della notte. Purtroppo però anche i bei giochi finiscono e  a malincuore dobbiamo andare a dormire, per riprendere il nostro viaggio la mattina successiva.

Terza tappa: Alta

Alta è conosciuta in tutto il mondo grazie alle pitture rupestri risalenti al 4200 a.C e al fantastico sito, circondato dal mare e trasformato in museo archeologico a cielo aperto, in cui le si può ammirare. E' emozionante vedere graffiti e incisioni lasciate da uomini che hanno vissuto in questi territori più di 6.000 anni fa: scene di caccia e di pesca, divinità animali, riti apotropaici e ricordi si mischiano su queste rocce ricoperte da vegetazione locale. Fino ad ora ne sono state scoperte circa 5000, ma gli archeologi stanno ancora lavorando per portarne altre alla luce. 
Panorama  



Pitture rupestri

Per quello che riguarda la città di Alta, ecco, non parlerei proprio di città, ma di un paesone di 20.000 anime,  moderno e ben strutturato, soprattutto tranquillo e poco abitato...di giorno. Per la notte invece, il discorso cambia e i locali si riempiono di gente che parla, ride e ascolta musica davanti ad una buona birra. Parlando della città,  non possiamo non parlare della Cattedrale della Luce del Nord, davvero degna di nota, moderna, molto bella e luminosa, creata perché diventasse simbolo del luogo da cui ammirare l'aurora boreale e  rivestita in titanio, proprio per poter riflettere le luci del Nord. 
La cattedrale della Luce del Nord

All'interno, la prima cosa che colpisce è la luminosità diffusa che entra nella chiesa attraverso finestroni alti e stretti, disposti irregolarmente, e da un lucernario che illumina tutta la parete dietro l’altare. Se la luce naturale non bastasse, l'architetto ha disposto un sapiente gioco di luci nascoste in anfratti rettangolari, o appesi come stalattiti tutto intorno al perimetro. Degna di nota anche la scala dorata appesa sopra l'ingresso, all'interno della torre, che io ho immaginato simbolo dell'ascesa al Paradiso.
L'altare

La scala d'oro

Quarta tappa: Capo Nord

Al mattino riprendiamo il nostro viaggio verso il sole di mezzanotte e arriviamo a Honningsvag giusto per l'ora di pranzo. Il viaggio via terra da Alta a Honningsvag riserva sorprese continue, mare, rocce, gruppi di renne che corrono libere tra gli arbusti, ogni chilometro è una meraviglia per gli occhi di chi, come me, ama la natura. Il clima in luglio è ideale, non caldo, non freddo, in pratica una splendida temperatura primaverile, che permette di godersi appieno ogni situazione. 

Il pomeriggio ci dedichiamo ad una escursione nella Riserva Naturale di Gjesværstappan. Il mare è una meraviglia, il vento freddo ci schiaffeggia un po', ma lo spettacolo vale da solo il viaggio: pulcinelle di mare, aquile di mare, urie, gazze marine, cormorani, stercorari e fulmari ci circondano e volano sopra il battello, danzando liberi nell'aria o tuffandosi per pescare il pranzo. 







Ritorniamo in Hotel davvero soddisfatti per questa esperienza unica e ci prepariamo al momento più importante di questo viaggio: 

Il sole a mezzanotte:

Sappiamo che le sere precedenti non è stato possibile vedere il sole di mezzanotte, perché le nuvole ne impedivano la vista, quindi quando la nebbia ci ha avvolti durante il percorso, abbiamo dato la cosa per persa. Invece, all'improvviso appare questo spettacolo
Come si fa a non pensare che il mondo è perfetto, con un panorama così? E questo è solo l'anteprima di quello che ci aspettava...Nel punto più settentrionale d'Europa, dove di trova l'osservatorio, il cielo ha attraversato tutte le sfumature di colore, dal rosa delicato all'oro, dall'azzurro pallido al grigio, fino a tingersi di rosso a mezzanotte; è stato uno spettacolo fantastico, che difficilmente potrà essere riprodotto dalle mani di un pittore o da una foto, che per quanto più fedele nella rappresentazione, non riesce ad eguagliare luce e atmosfera. Comunque ho cercato di riprendere ogni momento di cambiamento e qui ne vedete un esempio: 





Quest'ultima è stata scattata a mezzanotte esatta:


Questi siamo noi

A malincuore rientriamo in hotel e ci prepariamo a spostarci di nuovo per entrare in Finlandia e visitare la popolazione Sami.

Quinta tappa: Karasjok

Tutta la giornata è dedicata alla scoperta del popolo Sami, dalla visita nel villaggio Sapmi, ormai diventata un'attrazione turistica, ma comunque interessante, alla cena a base di renna e salmone, offerta da una famiglia di allevatori di renne. E' una cultura interessante, un popolo nomade, sparso in quattro nazioni, Norvegia, Finlandia, Svezia e Russia, che ha il suo parlamento proprio a Karasjok. In un passato relativamente recente ( si hanno le prime informazioni nel 1500 ) i Sami erano per lo più allevatori di renne, pescatori e dediti alla caccia; abitavano in capanne chiamate kota, della stessa forma di quelle degli indiani d’America, oppure in tende che avevano il nome di Layvu. 

Kota

L'interno di un Layvu


Dagli anni '50, pur rimanendo principalmente allevatori di renne, i Sami sono diventati stanziali ed hanno costituito un loro parlamento, come dicevo precedentemente. Particolare era la loro religione, ufficialmente cessata in un passato di soppressione, ma in realtà ancora viva tra la popolazione: lo sciamanesimo. Le loro principali divinità erano la madre Terra e il Dio del Tuono e la persona più importante del villaggio era appunto lo sciamano, una figura che, grazie al tamburo magico, era in grado di comunicare col regno dei morti e di fare riti propiziatori.  
Durante la cena abbiamo avuto modo di osservare la preparazione del tamburo, scaldato sulla fiamma fino a che l' elasticità non fosse stata quella desiderata, e di ascoltare il canto tipico dei Sami, una sorta di melodia senza parole, in grado di armonizzare gli animi con la natura; non so se abbia funzionato, ma siamo stati davvero bene. 
L'unica nota negativa, perché ce n'è sempre una, è data dalle zanzare, che ci hanno letteralmente mangiato, orde di zanzare affamate, che non ci davano tregua. Se decidete di andare a visitare un allevamento di renne, consiglio di portare una lozione antizanzare, per evitare di vedersi rovinare l'atmosfera. 
Le renne sono ovunque e anche durante la notte, che non è notte, le renne sono libere di pascolare dove vogliono e ci hanno accompagnato in albergo, sostando nel bosco di fronte. In tutta la Scandinavia le renne sono rispettate, non temono l'uomo e per chi inavvertitamente le investe, si abbattono multe salate, nonché il risarcimento in denaro al proprietario dell'animale. 

Sesta tappa: Rovaniemi

Ed eccoci arrivati al  Circolo Polare Artico dove la tradizione situa la casa di Babbo Natale. E infatti l'abbiamo conosciuto :D 
Il villaggio di Santa Claus

La temperatura, nonostante quello che possiate pensare, era decisamente mediterranea, con un bel 28 gradi stampato sul totem di fronte al villaggio di Santa Claus e rendeva il luogo molto meno mistico di quello che sarebbe stato se fosse stato circondato dalla neve... ma non si può avere tutto...Il villaggio è ovviamente una mera attrazione turistica, ma è divertente e vale la visita, a cominciare dalla gigantesca ruota in grado di rallentare il tempo, che si trova all'interno della casa di Babbo Natale...Come farebbe altrimenti a consegnare tutti i regali in tempo? Un mistero svelato...

Rovaniemi, la capitale della Lapponia, è deliziosa. Nata e sviluppata sulla confluenza del fiume Kemijoki e del suo affluente Ounasjoki, fino alla metà del Novecento era il centro di approvigionamento del legname per tutta la Finlandia. Vale la pena prenotare un'escursione sul fiume, ripercorrendo la strada che facevano i tronchi e ammirando spiaggette e anfratti nascosti, dove la gente del luogo va a fare il bagno. Curiosa per noi è la scoperta di saune portatili, come piccole roulotte, che vengono spostate lungo il fiume in base alle esigenze del proprietario. In inverno, sembra che la sauna finlandese sia una risposta a tutti i mali di stagione, alternando sauna e bagni nella neve fredda, per tonificare il corpo.



Settima e ultima tappa: Helsinki

Ok, sono ufficialmente triste, la nostra gita sta per giungere al temine. Mai, come quest'anno, avrei voluto fermarmi ancora qualche giorno in questa terra meravigliosa. Va bene, c'è ancora un po' di tempo da trascorrere a Helsinki, la capitale della Finlandia, ma è proprio la nostra ultima tappa e mi dispiace moltissimo. A darmi una spintarella per il ritorno a casa, ci pensa però il clima, che torna al nostro abituale caldo, toccando i 30 gradi ( cioè, voglio dire, 30 gradi a Helsinki, non a Roma, a Helsinki, non so se rendo. E poi c'è chi non crede al surriscaldamento globale! )
Helsinki è davvero una bella città, costituita da palazzi grandi e relativamente nuovi, ricostruiti dopo la distruzione della città nella seconda guerra mondiale. Anche qui, come a Oslo, sono stati riqualificati molti edifici, soprattutto al porto, dando vita a locali e alberghi davvero belli e caratteristici. Le due cattedrali, quella luterana in stile neoclassico al centro e quella ortodossa al porto, chiamata anche Cattedrale della Dormizione, dominano la città, ma il cuore pulsante è offerto dai grandi giardini e dalle esplanadi del centro. 
La cattedrale luterana

La Cattedrale ortodossa 
I mercati, quello all'aperto e quello coperto, che si trovano al porto, vero fulcro della città, offrono una grande varietà di merci e di cibi cotti al momento; quello che mi ha colpito di più è la signora che offre street food ( o forse dovrei dire Sea food ) dalla barca proprio di fronte al mercato all'aperto, una cosa che da noi non sarebbe possibile, visto tutte le normative che circolano, giustamente, intorno al cibo. 

Al porto c'è anche una ruota panoramica proprio sopra allo stabilimento balneare. Volevo farvi notare quelle due cabine di colori diversi nella ruota...una è una cabina di lusso con champagne servito all'interno e l'altra è una sauna. Lo pensereste in Italia? Direi di no :D


Passeggiamo per le bancarelle tutto il pomeriggio e la notte facciamo un'escursione al porto. La luce non è più quella del nord, comincia a fare buio e il tramonto sembra molto più simile al nostro, ma le sfumature di colore sull' acqua sono ancora meravigliose e danno al paesaggio un' atmosfera magica. 

  




Purtroppo siamo arrivati alla fine, la nostra gita si conclude qui, nel pomeriggio abbiamo l'aero di ritorno per Firenze, ma è stata una vacanza davvero stupenda per tutto, paesaggi, persone, cibo ( se volete conoscere qualcosa di più al riguardo vi consiglio di leggere QUI ) anche grazie ad una meravigliosa compagnia, formata da sei persone, con cui abbiamo condiviso chilometri, escursioni, birre e musica: Angela e Mario, Giusy e Enzo, Luca e Sabrina. 
Grazie e alla prossima. 

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